
C’era una volta una storia che veniva da lontano. Era triste e sola. Soffriva perché non aveva nessuno che le desse uno spazio per raccontarsi, parole e immagini per esprimersi.
Vagava di bocca in bocca tra le chiacchiere distratte della gente, assumendo ogni volta una coloritura diversa perché ognuno la esprimeva a modo suo.
A furia di parole cambiate, la storia si sentiva strana e un giorno guardandosi allo specchio non si riconobbe più.
“ Chi sono io? Qui non c’é né capo né coda, sono tutta disordinata e confusa: il filo che teneva insieme tutti i pezzi si è annodato e ingarbugliato. Ahi che male! Forse sarà meglio che prenda una forbice e mi tagli in tanti pezzettini. Il vento spargerà le mie parole in tanti posti sulla terra e chissà, magari qualcuno prima o poi sarà in grado di ritessere il filo, ricostruendomi per come ero davvero.”
Così la storia si spezzettò tutta, in suo aiuto accorse l’amico vento che soffiò delicatamente sui suoi frammenti e li sparse dappertutto.
Quel giorno le persone videro uno spettacolo incredibile: parole e immagini vagavano nell’aria.
Il traffico impazzì: le immagini si posarono sui parabrezza delle automobili, le parole si attaccarono sulle vetrine dei negozi e alcune, le più vivaci, entravano addirittura nei supermercati non consentendo più a nessuno di fare la spesa.
I politici decisero allora di risolvere il problema con un grande aspirapolvere: le parole e le immagini sarebbero state aspirate via, smettendo di infastidire i cittadini.
Dopo la sparizione dei pezzetti di storia sembrarono tutti più sereni, ma la tranquillità durò poco perché ben presto nessuno fu più in grado di raccontare nulla. Il silenzio regnò sovrano: non c’era più storia.
Tutto divenne grigio e spento. La violenza s’impossessò delle persone: ovunque [...]